giovedì 11 gennaio 2007

Un Cappuccino DOC

Per arrivare a certificare la bontà del cappuccino ci sono voluti più di trecento anni ma finalmente nei giorni scorsi l’Istituto Nazionale Espresso italiano (Inei) ha presentato a una cena di gala natalizia a Montecitorio (organizzata dalla commisione Cultura) il primo "Cappuccino Italiano Certificato" proteggendo quella che è una importante espressione della nostra cultura gastronomica.
Chi non se ne intende, al bancone di bar, pensa che sia una cretinata fare un cappuccino ma non è così facile! Il cappuccino DOC deve essere composto da 25 ml di caffè espresso e da 125 ml di latte montato con vapore partendo da latte freddo (3-5 gradi), portato a una temperatura di circa 55 gradi per essere poi versato su un Espresso Italiano Certificato in una tazza della capacità di 150-160 ml (è importante anche la tazza). Il latte da usare deve essere vaccino fresco con un contenuto di proteine minimo del 3,2 per cento e di grassi del 3,5 per cento (diventa sempre puù complicato!)E se oggi il termine «cappuccino» ci porta alla mente più un abbraccio energetico che un ordine religioso, il merito - sempre che la leggenda non menta - è tutto del frate cappuccino (per l'appunto) Marco D'Aviano che sul finire del 1600 (dopo la battaglia di Vienna in cui gli ottomani subirono una pesante sconfitta), avrebbe inventato la bevanda grazie al ritrovamento di alcuni sacchi di caffè. Anche se, secondo altri, D'Aviano mentre era impegnato nella liberazione della capitale austriaca, sarebbe coinvolto più nell'invenzione del croissant (si fa risalire ad allora il suo confezionamento a mezzaluna)[eh sì! Il croissant non è francese ma è stata importato dalla Francia]. Finalmente si inizia a tutelare anche il Cappuccino, un prodotto di grande successo, troppo spesso sottovalutato e troppo spesso di non adeguata qualità sensoriale! (per non dire che a volte viene fatto in un modo di merda!!!).
Lo zucchero deve rimanere sospeso sulla crema o sprofondare molto lentamente, una volta mescolato, il caffè che c'è sul fondo non deve fare assumere alla crema un colore marroncino diffuso, bensì deve formare delle striature scure sul latte bianco. Dopo averlo bevuto sulle labbra deve rimanere un "baffo" di crema e una patina deve restare all'interno della tazza, (non solo sul fondo ma anche sulle pareti). Roba da gourmet, ma che a quanto pare negli ultimi tempi trova esperti super-raffinati come la sottoscritta...
Sia benedetto il cappuccio! e a fanculo tutti quelli che finora l'hanno visto come un prodotto secondario...ora è DOC!

mercoledì 3 gennaio 2007

Che splendore

Un cielo limpido, azzurrissimo, cime innevate, una luna immensa che lascia spazio a un sole caldo.... questo lo spettacolo che si presentava stamattina a Torino... e poi dicono che è una città grigia, cupa, triste, sempre con pioggia ecc. ecc...


Foto by Barby